Escapist 24 – Un progetto di Cristian Pilo
Il progetto Escapist 24 nasce in poche settimane, in questo strano e drammatico periodo di primavera 2020, tra lockdown e pandemie, dall’input di un costruttore dell’Alto Adriatico alla ricerca di un progetto di medie dimensioni che potesse muoversi in crociera a cavallo tra mare e ambienti lagunari in agilità, per esplorare questi straordinari habitat con una famiglia a bordo in relax.
I requisiti erano quindi un pescaggio ridotto (o riducibile facilmente “al volo”), e sempre “al volo” la possibilità di buttare giù l’albero per poter passare sotto un ponte, e risollevarlo subito dopo, prestazioni a vela oneste, ma una barca corsaiola non era uno dei target del progetto.
L’Escapist 24 risponde inoltre alla voglia di disegnare qualcosa dal look classico, se pure tenendo delle linee d’acqua abbastanza attuali. La barca doveva essere costruibile al 100%, rig compreso, e per la motorizzazione abbiamo da subito optato per una soluzione molto razionale come costi/benefici: un pozzetto a poppa in grado di ospitare un fuoribordo sino a 10 HP (per combattere correnti di marea e prolungate bonacce lagunari); abbiamo preferito evitare costosi e pesanti motori entrobordo e tutti gli impianti correlati, confidando nella robustezza e affidabilità dei piccoli FB attuali.
Gli interni
Gli interni sono classici e funzionali: due cuccette davvero ampie sotto il pozzetto, cuccetta a V a prua, divani in dinette con tavolino smontabile al centro, bagnetto separato e zona galley; la cassa della deriva parzialmente retraibile impatta pochissimo sugli interni. Altezza in cabina 1,80 m, che per un barchino di 24 piedi non è poco.
Costruzione
Classico e ormai collaudato sistema radius chine in compensato marino su paratie e correnti, leggera e robustissima, perfettamente alla portata di un autocostruttore, nessun legname sprecato, a parte le poche tavole e morali necessarie per lo scalo di costruzione; superfici di tuga, cabina e pozzetto in pannelli di compensato da 10 mm guidati da correnti in massello.
Rig e piano velico
Albero e boma in legno autocostruibili con disegni superdettagliati nei piani , piede albero con “tabernacolo” in acciaio inox saldato per abbattere facilmente l’ albero , il rig è piuttosto corto, centro velico basso, doppie sartie senza crocette ne paterazzo, e uno stralletto che serve sopratutto a facilitare salita e discesa dell albero; piano velico sloop di superficie equilibrata ma non troppo piccola con possibilita di randa bermudiana o aurica, fiocco a bassa sovrapposizione (o autovirante) a prua, e un code zero/genoa grasso e leggero per le ariette, armato sul bompressino/delfiniera a prua, bompresso che ospita anche l’ancora, un piano velico tutto sommato equilibrato e gestibile anche da equipaggi con minima esperienza.
pozzetto
Classico, ampio e protetto, più che sufficiente per 4 persone in navigazione, in più c’è anche una superficie che funge da prendisole a prua per il relax in rada; sul robusto specchio di poppa è possibile montare una scaletta per farsi il bagno e risalire comodamente, il motore “scompare” nel suo gavone che funge da ulteriore seduta a barca ferma.
Chiglia e zavorra
La zavorra è ospitata nella parte fissa della semichiglia, da costruire in compensato anche essa, ed è costituita da 10 panetti di piombo da 35 kg facilmente costruibili, niente siluri, stampi in refrattrario modelli o altro, e da affogare in una colata di resina, è possibile anche realizzare la zavorra con una colata di rottami di ferro incapsulata in resina con un peso simile, la chiglia è data anche da una parte mobile pivotante, in lamiera di acciaio da saldare e non zavorrata, che può essere tirata su e giù con una semplice vite senza fine, meccanismo classico su barche simili, il tutto in in una scassa totalmente chiusa di pannelli di compensato da 20 mm di spessore.
Attrezzatura di coperta
Classica e semplice, non siamo su una barca da regata: 2 winches in tuga, rotaiette mini per il fiocco, punto scotto fisso per la scotta randa, organizer e stopper per drizze e borose (o gallocce in legno duro se preferite stare sul “vintage”), sui render non sono presenti pupiti e draglie, ma indicazioni e misure sul come realizzarli e montarli saranno presenti sui piani: saranno disponibili da metà giugno su Nautikit, alla stessa quotazione di quelli di Hirundo 750.
I costi
Il progetto formato pdf costa 510 euro, per 200 euro in più puoi acquistare anche i files di taglio a controllo numerico, da dare in pasto ad una macchina da taglio per partire con una specie di kit di costruzione con le parti princiapli già tagliate perfette precise (sennò la cara vecchia tracciatura e taglio by hand).
I materiali per costruirsi la barca, legnami, resine, collanti attrezzature varie, etc etc etc a spanne (ci sono delle variabili) vanno sui 10000-12000 euro per avere la barca finita.
Le skills richieste se te la vuoi autocostruire in cortile sono quelle di un hobbista curioso, quasi tutti quelli che hanno messo le barche in acqua partendo dal progetto avevano esperienza zero di costruzioni di questo tipo, magari passate esperienze di bricolage ma nulla più.
Il piano B è contattare un piccolo cantiere artigiano e farsela costruire a un prezzo che può variare a seconda del cantiere scelto.
dimensioni principali
lunghezza scafo: 7.5m (24′ circa)
lunghezza f.t: 8.3 m (musone 30-40 cm e timone su specchio), stare sotto gli 8 m escluso timone
baglio massimo: 2.50m (carrellabile)
pescaggio massimo: 0.6-1.5m con deriva pivotante parzialmente zavorrata
peso a vuoto : 1300 kg
peso zavorra totale: 400 kg
dislocamento di progetto: 1900 kg
dislocamento massimo: 2000-2100 kg
pescaggio chiglia sollevata: 0.65 m
pescaggio chiglia abbassata: 1,60 m
altezza massima albero dalla DWL: 9 m
superficie velica bolina: 25,8 m2
superficie velica randa full batten o aurica con picco: 16 m2
superficie velica fiocco 110% J: 9,8 m2
motore : FB 5-10 HP in pozzetto dentro apposito box
SA/disp^0.66 = 17 al disp di progetto 1900 kg
Progetto Cristian Pilo
Un Grande