Diportista italiano accusato di procurato allarme per aver abbandonato l’EPIRB in mare
Un diportista italiano che si è disfatto del vecchio EPIRB in mare è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria per procurato allarme.
Il dispositivo ancora funzionante si è automaticamente attivato mettendo in allarme la Guardia Costiera, che è stata impegnata per diversi giorni nella ricerca della barca potenzialmente dispersa. Ricerche continuate dopo che l’EPIRB si era arenato tra gli scogli del molo foraneo di Portosole Sanremo. Il tutto fino a che l’uomo non è stato rintracciato scoprendo che la barca non era dispersa e lui non aveva mai corso alcun pericolo.
Ora dovrà ora spiegare all’Autorità Giudiziaria le motivazioni di questo comportamento e oltre a dover rispondere di procurato allarme dovrà rispondere anche di abbandono di rifiuti in mare. In base al Decreto RAEE” – Rifiuti di Apparecchiature Elettroniche ed Elettriche, in vigore dal 2007, le radio-boe che vengono sostituite devono infatti essere smaltite come rifiuti speciali.
“È di fondamentale importanza che qualsiasi radio-boa venga dismessa nel modo corretto, in modo che non trasmetta più il segnale di emergenza. Tutti i comandanti di nave hanno il dovere di conoscere la corretta procedura di smaltimento delle radio-boe e sanno bene che nessun rifiuto elettronico può essere smaltito in mare. È difficile trovare una giustificazione a questi comportamenti – spiega il C.F. (CP) Luciano Pischedda, Comandante della Capitaneria di Porto di Imperia -. Anche per questo motivo si valuterà se sussistano i presupposti per chiedere il rimborso delle spese sostenute dall’Amministrazione a causa di un comportamento così superficiale ed irrispettoso dell’ambiente marino”.
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