Rio 2016 – Baia di Guanabara a rischio salute per gli atleti
Le riviste di vela (e non) inglesi lo vanno denunciando già da un po’, ora la notizia/denuncia inizia a passare anche da noi: a meno di 500 giorni dall’inizio dei giochi olimpici di Rio 2016 la baia di Guanabara, quella scelta per ospitare le regate veliche si presenta come una vera e propria discarica a cielo aperto; una melma di acqua torbida, batteri e rifiuti galleggianti o trattenuti dalle radici delle mangrovie.
Quasi il 70% delle fogne delle case a ridosso della baia – 6 milioni di abitanti – scarica i liquami nelle sue acque. Ci sono seri rischi di infezioni, con batteri risultati resistenti alla maggior parte degli antibiotici.
Per l’Olimpiade le autorità di Rio avevano previsto una bonifica dell’80 se non del 100%, ora ammettono le difficoltà ma restano ottimiste sulla possibilità di raggiungere l’obiettivo. “La baia di Guanabara è in via di trattamento – ha ribadito il presidente del Comitato organizzativo di Rio 2016, Carlos Nuzman – ad agosto ci sarà un nuovo test e sono certo che presto le sue acque saranno pronte ad accogliere gli atleti di tutto il mondo”.
E’ anche notizia di questi giorni che la ong Rumo Nautico, della quale fa parte anche Torben Grael e che era stata incaricata in regime di urgenza dall’assessorato all’Ambiente del Comune di Rio, ha reso noto di rinunciare al progetto di bonificare la Baia di Guanabara. La organizzazione non governativa ha voluto sottolineare che alla base della decisione c’è il timore di correre un (non ben precisato) “grande rischio istituzionale”.
Un recente studio dell’Istituto di ricerca Coppe/UFRJ ha inoltre evidenziato come per pulire completamente la zona si dovrà attendere almeno il 2026, smentendo quanto promesso dal governo brasiliano nel 2008
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