Niente vela alle Paralimpiadi 2020 di Tokyo
E’ stato confermato quanto paventato dopo il meeting di Berlino del 7 ottobre 2014, quando l’IPC (International Paralympic Committee) aveva approvato la prima serie di 16 discipline sportive incluse nelle Paralimpiadi di Tokio 2020, dalle quali era stata esclusa la vela.
I 16 sport approvati erano: atletica, tiro con l’arco, badminton, bocce, equitazione, pallarete, powerlifting (pesi), canottaggio, tiro, pallavolo, nuoto, tennis da tavolo, triathlon, basket, rugby e tennis.
Gli 8 sport rimanenti sui quali l’IPC doveva decidere definitivamente durante l’incontro di Abu Dhabi, UAE, tra il 30 gennaio e l’1 febbraio 2015 erano canoa, ciclismo, calcio 5, calcio a 7, judo, taekwondo, vela e scherma.
Alla fine gli esclusi sono il calcio a 7 e la vela. La motivazione è che entrambi non raggiungono i criteri minimi di distribuzione nel mondo.
“The Board’s final decision was not an easy one and, after much debate, we decided not to include two sports – football 7-a-side and sailing – from the Tokyo 2020 programme for the same reason. Both did not fulfil the IPC Handbook’s minimum criteria for worldwide reach.”
Conseguenze: Immagino che prima di tutto una volta disputate le olimpiadi di Rio 2016 la vela paralimpica – non essendo da quel momento in poi classe olimpica – sarà esclusa da tutti i grandi eventi, come per esempio l’ISAF Sailing World Cup. Le varie federazioni nazionali saranno meno motivate ad investire sugli atleti, sulla loro preparazione e sulle barche.
A livello internazionale la vela “ex paralimpica” dovrà ripensare i propri programmi e ripensarsi per continuare ad essere appetibile. Per quanto chi pratica uno sport lo faccia prevalentemente per passione di quel medesimo sport, alla miriade di organizzazioni locali che ogni giorno si fanno un “mazzo tanto” dare alle persone disabili la possibilità di fare della vela servono soldi… e probabilmente di soldi ce ne saranno meno.
Via | www.paralympic.org
Non posso che essere d’accordo con le considerazioni, e vorrei portare il mio contributo: per quanto riguarda l’esclusione dall’ISAF World Cup, quella si, più che la questione economica, sarebbe una vera mazzata per la vela paralimpica internazionale, perchè al momento quelle sono le uniche regate internazionali di 2 delle tre classi paralimpiche. Per il resto io ho partecipato, durante l’ultimo meeting IFDS, alle stesura della lista inviata all’IPC e le nazioni minime richieste c’erano; il problema è che molte federazioni nei quali i comitati olimpici e paralimpici sono separati o non hanno risposto alla richiesta dell’IFDS o nemmeno sanno che nel loro paese c’è un’attivata paralimpica (esempio, il il delegato federale di un paese di cui non faccio il nome ma quasi confinante con l’Italia negava che avessero attività paralimpica, quando io conoscendo gli organizzatori so che fanno un paio di regate l’anno e sono dovuto andare a recuperare i dati per inserirle nell’elenco). Diciamo le due grosse criticità della vela paralimpica sono i costi e la logistica. I costi perchè è una dato di fatto che molti degli sport inseriti si possano fare con pochissima spesa e molte volte a proprie spese, con la vela non è possibile, considerando che solo la barca costa decine di migliaia di euro; la logistica perchè bisogna avere un posto sull’acqua, con vento e che sia accessibile, mentre per gli altri sport basta una palestra e la piscina (ed in questo l’organizzazione da parte del comitato organizzatore per quanto riguarda la vela paralimpica a Rio 2016 sta raggiungendo livelli demenziali, ci potrebbero fare molti post ). Che dire, forse questi più che la diffusione hanno pesato sulla decisione; adesso vediamo cosa fare, perchè teoricamente i posti disponibili erano 23 e ne sono stati assegnati 22. DIspiace moltissimo,perchè sono convinto che la vela paralimpica sia l’unico sport che non faccia nessuna differenza con la sport per normo, perchè è possibile gareggiare insieme senza nessuna differenza, al contrario di altri sport.