Route du Rhum-Alex Thomson dichiara: “non merito di vincere”
Non solo un grande velista ma anche un vero gentleman, l’inglese Alex Thomson, in piedi sulla sua barca danneggiata, Hugo Boss, ormeggiata in banchina a Guadalupa questa mattina, ai giornalisti assembrati intorno a lui ha detto di non meritare di vincere la Route du Rhum-Destination Guadeloupe.
Thomson era stato in testa sin quasi dall’inizio di questa regata, transatlantica in solitaria da 3,542 miglia, partita il 4 novembre da Saint Malo, e si stava avvicinando all’arcipelago di Guadalupa quando, dormendo più del dovuto, ha lasciato che la sua barca andasse a schiantarsi sugli scogli sulla punta più a nord della isola di Grande Terre.
Per salvare l’imbarcazione dal naufragio il velista di Gosport, in Inghilterra, ha dovuto accendere il motore per tornare in acque più profonde. Nonostante sia riuscito a completare la regata e sia stato il primo della classe IMOCA, che conta 20 concorrenti, a tagliare il traguardo oggi, Thomson ha ricevuto una penalità di 24 ore da parte della giuria per aver usato il motore.
Questo significa non solo che Thomson difficilmente potrà vincere la regata, ma che sarà escluso dalle prime tre posizioni, con Paul Meilhat su SMA – il probabile vincitore – Yann Eliès su UCAR-Saint-Michel e Vincent Riou su PRB che probabilmente concluderanno la regata in un tempo inferiore a quello di Thomson tenendo in conto la penalità.
Chiaramente estremamente deluso e a tratti emotivo, Thomson ha fatto buon viso a cattivo gioco. L’incidente, che apparentemente ha causato solo danni superficiali alla prua, alla poppa e al foil a dritta, ha avuto luogo nella fase finale di quella che sarebbe altrimenti stata una vittoria con il botto e una vittoria al primo tentativo della regata, con una carriera professionale alle spalle lunga 20 anni.
“È un vero peccato, per me e per il team, essere in questa situazione,” ha detto Thomson che aveva portato a casa un terzo e secondo posto in due edizioni consecutive della Vendée Globe, la regata in solitaria non-stop intorno al mondo. “La giuria ha deciso che avrò 24 ore di penalità, il che significa che non vincerò la regata. Come l’ho presa? Beh, credo sia molto giusto perché io non penso di poter vincere la regata dopo essere andato a sbattere contro Guadalupa.” Questa affermazione è stata accolta da un applauso spontaneo da parte degli astanti.
“Questo sport è fatto di dettagli e, negli ultimi minuti, i dettagli mi sono sfuggiti. Come ho detto, essendo andato a scogli la notte scorsa, mi sento semplicemente molto fortunato ad essere qui, con la barca che ha subito solo piccoli danni – un paio di buchi ma sono arrivato fino a qui in autonomia, quindi mi sento molto fortunato,” ha aggiunto Thomson.
Mostrando un pezzo di roccia che deve aver trovato all’interno della barca, e che ha detto diventerà un souvenir del suo scontro con Grande Terre, Thomson ha spiegato che era andato a dormire sapendo che sarebbe presto arrivato il momento di strambare al largo della costa. Nonostante questo, l’orologio che aveva al polso, che avrebbe dovuto dargli una scossa elettrica per svegliarlo, non ha funzionato perché scarico e Thomson non ha sentito la sveglia audio.
Ho continuato a dormire – non ho sentito la sveglia – e quando mi sono svegliato gli allarmi stavano suonando e la barca era strana,” ha detto Thomson. “Sono andato in coperta e potevo vedere Guadalupa – non sapevo che era Guadalupa – non riuscivo a capire che cosa stesse succedendo finché non ho guardato gli strumenti e allora ho visto che ero su Guadalupa…haha…Ero arrivato!”
In questa situazione difficile e dovendo spiegare l’accaduto, si sarebbe potuto perdonare a Thomson se si fosse scomposto, invece non solo ha parlato abbondantemente, ma ha reso onore a Meilhat al quale in quel momento mancavano circa 150 miglia da percorrere su un’imbarcazione senza foil.
“Spero che Paul vinca,” ha detto Thomson, la sua voce rotta per un istante. “Sapete, ha fatto davvero una grande regata su una barca senza foil e non vedo l’ora di accoglierlo domani. Deve essere lui il vincitore.
“Io,” ha continuato, “tutto quello che posso fare è andare avanti e imparare – qui non si risparmia nessuno, come diciamo in Inghilterra. Devi cercare di essere forte; devi imparare, devi migliorarti e fondamentalmente, è ovvio, volevo vincere questa regata. Ma l’obiettivo è quello di vincere la Vendée Globe e credo in questa regata di aver dimostrato di poter vincere la Vendée Globe.”
Quindi l’ultima performance di Thomson, su questa barca spettacolare che è Hugo Boss, è giunta a un conclusione molto insoddisfacente. Il britannico aveva lasciato Saint Malo a tutta carica e si era tenuto a nord rispetto alla flotta seguendo una rotta solitaria, tipicamente una scelta coraggiosa; da lì non ha più guardato indietro. Non si è risparmiato, per quasi tutto il percorso, ha stabilito un ritmo che nessun altro è riuscito ad eguagliare. Ora tutta la sua attenzione va alla nuova barca che sarà consegnata al suo team l’estate prossima.
A un altro punto della regata, il navigatore francese Armel Tripon sul suo 50 piedi marrone e bianco, il trimarano Réauté Chocoloat, giovedì ha conquistato la vittoria nella classe Multi50.
Il veterano navigatore solitario di Nantes, 43 anni, ha tagliato la linea del traguardo al largo di Pointe-à-Pitre dopo 11 giorni, sette ore, 32 minuti e 40 secondi, diventando il terzo concorrente a concludere la regata dopo gli skipper dei due ULTIME, Francis Joyon and François Gabart. Tripon non è riuscito a battere il record di classe per questa regata, record stabilito nel 2014 da Erwan Le Roux – che oggi ha finito in seconda posizione dopo Tripon su FenêtréA-Mix Buffet – per sole due ore e 19 minuti.
“Sono emozionato ed eccitato da questo finale, ma con esso sopraggiunge anche un incredibile sollievo da tutta la pressione accumulata,” ha ammesso Tripon, la testa rasata. “Lo stress è semplicemente costante su queste barche. Ti consuma. Quindi eccomi qui, esaurito. Sono cotto. Ma sono allo stesso tempo così tanto, tanto, tanto contento per questo team.”
Nel frattempo il francese Lalou Roucayrol, che mercoledì si era rovesciato con il suo Multi50, Arkema circa 1,000 miglia a est di Guadalupa, è stato ora tratto in salvo da Pierre Antoine, il cui Olmix è in testa nella classe dei Rhum Multi.
Dall’altro lato dell’Atlantico, la skipper Claire Pruvot su Service Civique è stata recuperata dalla nave cargo contro cui si era scontrata, danneggiando seriamente il suo Class40, circa 460 miglia a ovest di Capo Sao Vicente, in Portogallo. Secondo quanto riportato, Claire sta bene.
Info su www.routedurhum.com
Comments: 0