Quando il traduttore fa la differenza
Quando leggi un libro tradotto il più delle volte ti viene da pensare al traduttore solo quando fa degli errori macroscopici, in genere tanto più il traduttore è bravo tanto più il suo lavoro passa inosservato.
In questo passaggio però chi ha tradotto in italiano La lunga rotta di Bernard Moitessier abbinando “quel che potrà trovare di scucito” a “seguendo il filo dei miei ricordi” secondo me ha ricamato un vero capolavoro.
La versione in lingua originale
… Ayant presque perdu la vue et voyant à peine ce que j’écris, je vous demande toute votre indelgence pour ce que peut avoir de décousu ce que vous lirez, car je vais vous eépondre au fil de mes souvenirs, bien précis malgré mes quatre-vingt-huit ans, mais je ne peux pa me relire…
La traduzione in italiano presente nel libro
… Avendo perso la vista e vedendo appena quel che scrivo, la prego di tutta la sua indulgenza per quel che potrà trovare di scucito in quel che leggerà, poiché le risponderò seguendo il filo dei miei ricordi, molto precisi, nonostante i miei ottantotto anni, ma non posso rileggere quel che ho scritto…
e la traduzione del libro in inglese, abbastanza fredda e letterale
… having nearly lost my sight, and barely able to see what I’m writing, i beg your indulgence if what you read is a little uneven, because I’m Going to answer your letter to the best of my memory, still sharp despite my eighty-eight years, but I cannot reread what I’m writing…
In questa parte del libro Bernard Moitessier racconta di aver scritto ad alcuni Cap-Horniers per conoscere la loro esperienza rispetto agli iceberg e riporta alcuni stralci delle risposte ricevute. Questa è la premessa di una di quelle.