marzo 31, 2016 /
Commenti disabilitati su Dogane croate in caccia di evasori dell’IVA
Dal 1 luglio 2013 la Croazia è entrata ufficialmente nell’Unione europea. Prima di allora ai cittadini stranieri era concesso di mantenere la propria barca in questo paese usufruendo dello stato di merce comunitaria in transito, con relativa sospensione dell’IVA (vedi post sul T2L).
Tutte le situazioni “sospese” però andavano regolarizzate e il governo croato aveva attivato un periodo cuscinetto – dal 1° gennaio al 31 maggio 2013 – dove si poteva sanare qualsiasi situazione pagando un’IVA al 5% sul valore doganale dell’imbarcazione.
Evidentemente non tutti quelli che ne avevano possibilità hanno sanato perché leggo su SoloVela (senza però trovare altre conferme) che nelle ultime settimane ufficiali doganali croati stanno setacciando i marina della costa a caccia di barche appartenenti a cittadini europei che ancora non hanno adeguato le loro registrazioni.
Una volta trovate le barche il proprietario riceve una lettera dagli uffici doganali Croati dove gli si rende noto quello che è il valore del mezzo per la dogana croata e gli si chiede di pagare entro 5 giorni dal ricevimento tasse e spese apri al 25% del valore del mezzo oltre a un ulteriore 1,7% di tasse doganali.
Non è chiaro se il valore della barca per la dogana è quello attuale o quello presunto da nuovo.
Ci avevano provato senza riuscirci nel 2014 con un emendamento proposto nell’ambito della legge di “Semplificazione, razionalizzazione e competitività agricole del settore agricolo, agroalimentare e della pesca”. Allora la cifra proposta era di 200 Euro annui per chi esercita l’attività di pesca sportiva a bordo di un’unità a motore, 20 euro per la pesca dalla spiaggia.
Ora ci stanno riprovando. Venerdì 9 ottobre 2015 infatti è stato presentato alla Camera il nuovo testo unificato per la pesca, l’articolo 22 di questo testo prevede il pagamento di un contributo (chiamarla tassa pareva brutto) annuo pari a 20 euro da parte chi intenda esercitare la pesca sportiva da imbarcazioni a motore e pari a 10 euro negli altri casi, quindi anche da barca a vela.
Non è ancora legge ma se verrà approvato senza modifiche lo diventerà.
Il testo completo dell’articolo:
Interventi per il settore ittico. Testo unificato C. 338 e C. 339 – Catanoso, C. 521 Oliverio e C. 1124 Caon. NUOVO TESTO UNIFICATO ELABORATO DAL COMITATO RISTRETTO E ADOTTATO COME NUOVO TESTO BASE
[…]
ART. 22. – (Pesca non professionale).
1. La pratica di pesca sportiva e ricreativa a mare è subordinata alla comunicazione e al pagamento del contributo annuale di cui ai successivi comma 2 e 3.
2 (altro…)
Qualsiasi tassa in sé, in origine, ha una sua “ratio legis” e sarebbe buona e giusta se venisse fornito un servizio corrispondente e se non fossimo in un paese con una tassazione a livelli scandinavi, senza godere però dei colà servizi.
L’IMU è giusta se come contrappeso mi togli l’equivalente dall’IRPEF del lavoratore che batte il ferro. La tassa di stazionamento sulle barche è (più che) giusta se non è punitiva e mi draghi gli ingressi dei porti e/o mi togli l’equivalente dall’IRPEF del lavoratore che batte il ferro.
Ora c’è una proposta da parte di Centro democratico, Partito dei Sardi e Sel per istituire una “tassa di sbarco” (che a me suona un po’ strano perché dalle mie parti c’erano quelle che venivano definite “troie da sbarco”) di 10 Euro per i turisti che arrivano in Sardegna con traghetti, aerei di linea a privati o natanti da diporto.
Anche qui, come per tutte le altre tasse sarebbe cosa buona e giusta se fosse vero che è “un contributo per erogare ulteriori e migliori servizi, visto che per comuni i fondi hanno una destinazione vincolata.”
Ma sappiamo come va da noi e come siano stati impiegati in passato i fondi per la promozione dell’Isola, che hanno promosso solo i patrimoni degli amici degli amici.
La proposta prevede che la Giunta possa istituire il contributo che verrebbe richiesto per il solo biglietto di andata verso l’Isola, o all’atto di pagamento del servizio, dalle compagnie aeree e marittime e dai soggetti che gestiscono gli aeroporti, i porti, gli approdi e i punti di ormeggio.
Bello anche l’effetto paradosso di una regione che paga le compagnie low cost per portare lì i turisti e poi impone una gabella agli stessi.
ottobre 22, 2014 /
Commenti disabilitati su Niente tassa sulla pesca sportiva in mare
E’ stato ritirato l’emendamento che il presidente della Commissione Ambiente del Senato – Marinello (NCD) – aveva presentato e che prevedeva un contributo di 200 euro annui pro capite per chi esercita l’attività di pesca sportiva a bordo di un’unità a motore, contributo che diventava di 20 euro per la pesca dalla spiaggia.
L’emendamento era stato proposto in Senato nell’ambito della legge di “Semplificazione, razionalizzazione e competitività agricole del settore agricolo, agroalimentare e della pesca”.
Che poi, parlando il testo espressamente di barche a motore, secondo me si innescava il paradosso che la pesca da imbarcazioni a vela era esentato dalla tassa mentre il pischerlo che lanciava in diga foranea doveva pagare 20 euro di licenza. Al solito, in Italia chi scrive le leggi le scrive male, in modo incompetente e senza prevedere minimamente le ricadute sull’economia.
Il testo dell’emendamento ritirato:
(altro…)