La vela di Odessa: viaggio nel cuore del Mar Nero, tra rotte e riflessioni
Sei mesi di navigazione, tremila miglia percorse, un Bavaria 350 come casa, e una meta tutt’altro che scontata: Odessa. In La vela di Odessa, Luciano Piazza racconta un’impresa personale e marinara che è anche un viaggio culturale, politico e interiore. Un libro che ha il sapore del sale, ma anche quello della fatica, della scoperta e di una libertà mai assoluta.
La vela di Odessa: Un diario di bordo che sa di romanzo
Luciano Piazza non è uno scrittore improvvisato: è un navigatore esperto con una penna precisa, asciutta, spesso ironica. Il suo libro si presenta come un diario di bordo, ma è strutturato con una cura narrativa che lo rende qualcosa di più. È il racconto di un’attraversata reale e simbolica, dove ogni porto è una storia, ogni dogana un confronto, ogni miglio percorso un frammento di consapevolezza.
Tra il Mediterraneo e il Mar Nero: rotte poco battute
La rotta di Piazza non è quella classica da diporto. Salpa dall’Egeo, passa per il Bosforo, i Dardanelli, risale le coste turche e attraversa Bulgaria e Romania, per arrivare nella storica e complessa Odessa. È un viaggio ai margini delle rotte più frequentate, in acque piene di significati politici e storici, raccontate con lucidità e spirito critico.
Non si tratta solo di bellezza paesaggistica – che pure c’è, e tanta – ma di incontri, ostacoli burocratici, contatti umani, sguardi sulle città viste dal mare e sulla gente che ci vive.
Una scrittura autentica, mai patinata
Ciò che colpisce è la voce dell’autore. Piazza non cerca di impressionare: racconta con onestà, con ironia quando serve, con riflessioni mai forzate. Non idealizza la vita in barca, ma la mostra per quello che è: affascinante, faticosa, imprevedibile. Il lettore percepisce la competenza di chi ha navigato davvero, ma anche la sensibilità di chi osserva il mondo con attenzione.
Il libro è pieno di dettagli tecnici per chi ama la vela, ma non è mai ostico per chi non è esperto. Anzi, riesce a includere, a far sentire il lettore a bordo, parte del viaggio.
Più che un viaggio, una rotta personale
La vela di Odessa non è solo un viaggio geografico: è anche un percorso personale, una riflessione sul senso del muoversi, del cercare, del superare frontiere – non solo fisiche. È un libro che parla anche del nostro tempo, in cui i confini sono tornati ad essere muri e in cui viaggiare, davvero, significa spesso sfidare l’inerzia e l’abitudine.
Filoxenìa
Grazie alla lettura di questo libro ho imparato anche una parola nuova, una di quelle che solo un viaggiatore di quelli che esplorano – attraverso un mezzo lento come la barca a vela – luoghi poco battuti dal turismo di massa, in cerca di posti e visi nuovi, poteva insegnarmi.
È una parola che di questi tempi sentiamo tantissimo il contrario, xenofobia, ma di lei, immagino in tanti, ignoriamo l’esistenza. La parola nuova che ho imparato è filoxenìa: ospitalità, cura, accoglienza, rispetto per lo straniero. Per chi è lontano da casa.
Perché leggere La vela di Odessa
Chi ama il mare troverà in questo libro molto di sé. Chi ama i racconti di viaggio ben scritti, troverà una voce onesta e competente. Chi è curioso di conoscere un pezzo d’Europa spesso ignorato, troverà spunti e domande.
Un libro che scorre come una rotta seguita con determinazione, ma sempre pronta a cambiare direzione con il vento.
Titolo: La vela di Odessa
Autore: Luciano Piazza
Anno: 2018
Editore: Autopubblicato
Prezzo: Circa 14€ (formato cartaceo)
Dove trovarlo: Hoepli, Mondadori Store, IBS, Amazon