Vendée Globe: Kojiro Shiraishi 24°
Il più famoso navigatore oceanico giapponese Kojiro Shiraishi (DMG MORI Global One) si è assicurato il 24° posto nella decima edizione del Vendée Globe quando ha tagliato il traguardo al largo di Les Sables d’Olonne alle 09:36 (UTC) del 9 febbraio 2025. Il suo tempo è di 90 giorni e 21 ore e termina 34 ore dopo il 23° classificato Guirec Soudée.
![Vendée Globe: Kojiro Shiraishi 24°](https://www.velablog.it/wp-content/uploads/2025/02/Vendee-Globe-Kojiro-Shiraishi-24.jpg)
A 57 anni, Shiraishi completa la regata in solitaria senza scalo intorno al mondo per la seconda volta consecutiva, questa volta correndo leggermente più velocemente rispetto al 2020-2021. Il suo arrivo odierno completa la sua quinta circumnavigazione in solitaria.
Si tratta di un risultato importante per il velista solitario che gareggia in mare aperto da oltre 20 anni, avendo completato due regate intorno al mondo con tappe nel 2004 e nel 2007, durante le quali il suo obiettivo principale era quello di continuare l’eredità del suo mentore, il pioniere ex tassista giapponese Yukoh Tadah, con cui Koji aveva fatto l’apprendistato dopo essersi innamorato dell’idea di navigare negli oceani del mondo.
Il ritiro di Kojiro Shiraishi nel 2016-2017
Il Vendée Globe 2016-2017 di Kojiro Shiraishi si è concluso prematuramente quando ha dovuto ritirarsi a Città del Capo quando la cima dell’albero dello Spirit of Yukoh si è spezzata. Il completamento della gara 2020-21 in 16a posizione è avvenuto dopo aver dovuto trascorrere cinque giorni a riparare la sua randa che si è strappata all’altezza del secondo terzarolo quando si è sbandata violentemente con forti venti sul bordo della tempesta Theta.
Fissò la randa e le stecche e cercò solo di finire la gara limitandosi a navigare con una mano di terzaroli per il resto del percorso. Ma così facendo divenne finalmente il primo velista asiatico a finire la gara, un motivo di particolare orgoglio essendo che il Vendée Globe era uno degli obiettivi del defunto Tada che era stato invitato a gareggiare nella prima edizione.
In questo Vendée Globe
Con solo venti molto leggeri e mare piatto e calmo dopo la partenza, l’Atlantico settentrionale in questa Vendée Globe si è rivelata un’esperienza completamente nuova per Shiraishi, in quanto era la prima volta che ricordava di essersi adattato a una regata oceanica senza soffrire di un debilitante mal di mare.
Ma nonostante ciò, Koji è entrato quasi immediatamente in modalità riparazione, dovendo prima riparare il suo produttore di acqua e poi occuparsi dei problemi dell’idrogenatore che hanno compromesso il suo attacco iniziale. Non facendo del suo meglio con le scelte strategiche nei venti leggeri e irregolari, ha attraversato l’Equatore al 32° posto, festeggiando con un piccolo Sake
Non molto tempo dopo aver superato Capo di Buona Speranza il suo IMOCA ha fatto due strambate involontarie che hanno rotto 5 stecche della sua randa. C’era una certa aria di déjà vu sfortunata poiché ci sono voluti due giorni per riparare e rimettersi in carreggiata. Dopo aver navigato verso nord per trovare condizioni più tranquille ha perso il contatto con il gruppo principale. Il dolore e il disagio delle ulcere alla bocca gli rendono la vita spiacevole, lui resiste, il suo sorriso luminoso non si è mai spento e l’umile apprezzamento per la vita che ha forgiato è quasi sempre evidente. Fa progressi migliori nel Pacifico e per Capo Horn, è 25°, a soli 20 minuti da Guirec Soudée.
Ma l’Atlantico del Sud è una sfida molto, molto grande e, per quanto riguarda Guirec, nello stesso periodo, alle Falkland, Kojiro Shiraishi si imbatte in una tempesta che descrive come “le condizioni più infernali” dall’inizio di questo Vendée Globe!
Ma dopo la tempesta c’è una calma persistente e lui passa molti giorni a cercare di superare l’alta pressione. Ma alle Azzorre sta gareggiando da vicino e si diverte a rivaleggiare con un gruppo composto da Violette Dorange (DeVenir), Antoine Cornic (Fives-Lantanta Environnement) e Seb Marsset (Foussier), descrivendosi in modo un po’ autoironico come il “venerabile vecchio gentiluomo” del gruppo.
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