Vacanze in barca su un 6,5 – un First 20
Di Maurizio Bini – Dopo alcuni timidi tentativi di dormire in barca, in un Meteor e dopo l’inevitabile crescita dei figli e la conseguente impossibilità di starci dentro ancora tutti e quattro, nel 2013 decidemmo di cambiare la barca. L’idea di fare 3 settimane in navigazione piaceva alla famiglia, quindi si poteva provare.
Come detto siamo in 4; io, la santa moglie che sopporta tutto questo e 2 ragazzi di 12 e 10 anni
Barca – La barca doveva essere carrellabile (minori costi di gestione, più luoghi da visitare), l’albero doveva essere basculante in modo che potesse essere armato da una sola persona, molto marina (doveva essere sicura in tutte le condizioni meteo che avremmo potuto incontrare), bulbo retrattile, doppio timone (in modo che fosse morbida e facile per far timonare ai figli), armata con Gennaker. Il mercato nautico sicuramente non offre molte scelte, ma guardando all’estero alcune barche interessanti ci sono. Alla fine la scelta è caduta sul Beneteau First20, progetto di Finot; “un sempre verde”. Dopo quasi 2.000 mg navigate in tutte le stagioni e in condizioni anche piuttosto dure posso dire che la barca è perfetta per le nostre esigenze.
Preparazione del Beneteau First 20
Quando nel marzo 2014 in un giorno piovoso e nebbioso andai a ritirare la barca nelle campagne di Vigevano mi venne un colpo … quanto lavoro mi aspettava. Sicuramente Beneteau non attrezza la barca per fare crociera, come intendevamo noi, vivere in 4 persone per 3 settimane su un 6 metri e 50. La barca è allestita per mini crociere, preferibilmente in 2.
Organizzare gli interni
Anni di regate d’altura (e per mia fortuna anche oceaniche) mi hanno sicuramente aiutato a organizzare la barca e ad avere la giusta visione d’insieme. La svolta che mi fece dire: “SI PUO’ FARE !” fu quando su un sito tedesco di campeggio trovai delle amache da montare all’interno delle tende. Con queste amache appese sopra i letti siamo riusciti a liberare i 7 gavoni. Nelle amache ogni membro d’equipaggio mette le sue cose personali organizzate per tipologia in sacchetti di plastica trasparenti.
Avevo escluso le tasche porta vestiti a prua che Beneteau offre come accessori perché, quando piene, limitavano molto lo spazio per dormire. Le amache stanno sopra chi dorme senza creare fastidi. Con cimette tirate all’interno abbiamo organizzato un appendi cerate.
E i gavoni… abbiamo attrezzatura di rispetto (attrezzi vari, trapano, bozzelli, tronchese per le sartie, sega, cunei per falle, colle e resine varie ecc.), materiale elettrico e tante provviste. Riusciamo a caricare 50 lt d’acqua da bere, provviste “secche” per 3 settimane, 35 lt d’acqua per lavarci + 40 lt d’acqua calda.
Insomma per un 6,50 mt non è male. Inoltre i 3 gavoni esterni sono dedicati al serbatoio + taniche di benzina (12lt +20 di scorta – autonomia oltre 120 mg), 3 ancore con relative catene e tante cime di ormeggio e rispetto.
L’altro grande problema è stato quello di dove mettere pentole, bicchieri e soprattutto le posate visto che non ci sono cassetti. Ho risolto utilizzando i mobiletti presenti chiudendoli con delle reti, per evitare che le suppellettili cadano per terra navigando di bolina; per le posate 5 porta borracce da bici e il gioco è fatto. Per cucinare abbiamo un fornello elettrico per il porto, un 2 fuochi a gas per la rada/navigazione tranquilla (modificato con un paravento intorno per poterlo utilizzare anche con vento) e un fuoco singolo da appendere per cucinare con la pentola a pressione in navigazione-ondosa.
Energia elettrica
L’ultimo problema è stata l’elettricità. Abbiamo un frigo da 40 lt che dobbiamo tenere a -10°/-15° per conservare un collirio per mio figlio quindi a consumi elettrici siamo… forti; circa 70 A al giorno.
Ho fatto diversi esperimenti e alla fine produciamo corrente da diverse fonti: 1 pannello solare da 67W Solbian su ogni fianco per un totale di 134 W (sulla coperta non c’era posto), alternatore sul fuoribordo da 6 CV (ma produce appena 6A/h), generatore a benzina da 1.000 Watt per emergenza (anche questo trova posto all’interno della barca). Con i pannelli non riusciamo ad essere autonomi ma riusciamo a reggere 2/3 giorni senza corrente esterna. Dopo o andiamo in porto oppure generatore un paio d’ore. Ad oggi non è mai stato necessario utilizzare il generatore. Sto valutando l’idrogeneratore (Watt&Sea) ma per ora i costi sono ancora molto elevati.
Per risparmiare, tutte le luci sono state cambiate con lampade a led (soprattutto quella di fonda che consumava 5A/h) e in previsione di navigazioni notturne abbiamo installato una luce rossa all’interno. Tutto l’impianto elettrico è monitorato da un uno strumento di gestione batterie (Nasa Monitory Battery BM1) che mi dà il consumo istantaneo e le previsioni di durata.
Il “cuore” elettrico sono 2 batterie AGM da 80A/h l’una (in origine era una batteria da 40A/h normale sigillata).
Attrezzatura Velica
Anche qui c’era da fare molto. Con gli amici di Elvstrom Sail abbiamo studiato le vele fornite dal cantiere e il piano velico e abbiamo deciso di fare alcune modifiche. Prima di tutto abbiamo armato un frullone (non è stato facile trovarlo per le nostre dimensioni) sul piccolo delfinario a prua per armare diverse vele portanti, la randa è stata modificata per avere 3 mani di terzaroli che si prendono restando al sicuro nel pozzetto (la terza mano funge da randa di cappa), il rollafiocco è stato cambiato (l’originale era un immagazzinatore aperto-chiuso) con un rulla fiocco (Selden) con canalina in modo da poter ridurre la vela; per questo abbiamo dovuto modificare l’inferitura del fiocco. Aumentati gli stopper. Il First20 nasce con sartia alta, un diamante per irrigidire l’albero e senza paterazzo. Il problema è che quando ci è capitato di navigare con 15 nodi e più, dai 70 AWA in giù, lo strallo era troppo in bando. Così ho deciso di armare 2 paterazzi (uno per lato) più 2 volanti basse per stabilizzare l’albero in queste condizioni. Le volanti terminano sulle bitte di poppa che sono state rinforzate con una sottostante piastra d’alluminio.
La otazione vele:
Drifter (armato in testa d’albero – altra modifica) per vento fino a 10 kn – 26mq
Code0 dai 10 kn in su sia di bolina ma soprattutto fino ai 70AWA – 19 mq
Gennaker – 39 mq dai 70 a 130 AWA
Spinnaker (in testa d’albero) – 32 mq
Randa – 15 mq
Fiocco (si usa molto poco – solo di bolina dai 12/14 kn in su) – 9 mq
Doppie scotte per le vele di prua del frullone per poter fare cambi di vela veloci. Tutte le cime sono state cambiate e messe in Dyneema tutte di colori diversi per facilitare le manovre. Sul sito di Armare è possibile personalizzare scegliendo tipo di anima, tipo di calza e colore; sono impiombate e dove è stato possibile è stata messa una redancia per ridurre l’usura (sappiamo che è “pesante”, ma le cime costano!!!). Non avendo carrello randa ho potenziato il vang.
Infine ho organizzato una cima per il recupero randa; serve quando si deve prendere la 2°/3° mano di terzaroli e non puoi metterti contro vento. Allora orzi fino a un 50 di AWA e tirando il recupero riesci a far scendere la randa (anche qui abbiamo cambiato i carrellini delle stecche per facilitare la manovra) e prendere la mano; tutto da pozzetto in sicurezza.
Una delle condizioni che volevo rispettare era di avere una barca in grado di navigare in tutte le condizioni di mare ed in questa ottica ho attrezzato la barca.
Strumentazione elettronica
Abbiamo stazione del vento, bussola, log (Tack Tick in una sacca appesa in modo da non fare buchi) che dialogano con GPS (Garmin 72H portatile) e pilota automatico. Tablet per carte marine e zyGrib (software free) per il meteo.
Il pilota automatico
Un ultimo tassello fondamentale è stato imbarcare un pilota automatico (Raymarine EV1) che potesse dialogare con gli strumenti di bordo e sentisse le onde. Questo mi permette di poter manovrare da solo in ogni condizione.
Prima avevamo ST1000 ma con mare formato non era possibile usarlo ed inoltre EV1 ha consumi decisamente minori.
A marzo di quest’anno sono uscito da solo nel canale di Piombino con 25/30 kn da Maestrale con onda piuttosto formata, per testarlo. Ho passato 4 ore divertendomi come fossi su una deriva facendo timonare “l’americano” (così è stato soprannominato il timone automatico) mentre io facevo manovre passando dal fiocco di bolina a code0 di poppa… il tutto con 2 mani di terzaroli.
Sicurezza
A Marzo ho seguito a Genova il corso ISAF di 2 giorni sulla sicurezza in mare. Vi assicuro che sono soldi ben spesi; consiglio a tutti di seguirlo. Dopo quel week-end ho apportato alcune modifiche relativamente alla sicurezza Life-line in coperta sempre armata, zattera entro le 12mg a poppa pronta all’uso, àncora galleggiante, PLB, VHF galleggiante e razzi vari sul pulpito di poppa a destra in sacche stagne, anulare e 30 mt di cima galleggiante in un tubo (e non nel classico rotolone che si ingarbuglia) sul pulpito di poppa a sinistra, nel gavone esterno estintore e coperta ignifuga. Riflettore radar alle crocette. All’interno è appeso un cartello con la procedura per l’uomo a mare e istruzioni per attivare il MOB sul GPS, un secondo estintore nel gavone interno. Indossiamo salvagenti automatici con cintura di sicurezza.
Ognuno ha in dotazione una pila frontale subacquea con luce bianca e rossa. Stick fluorescenti (tipo quelli da discoteca) nelle tasche delle cerate; hanno un cordino legato in modo da poterli far ruotare per maggior visibilità.
Quando navigo da solo indosso il telecomando del pilota e PLB, cintura agganciata alla life-line, una cima penzolante sulle fiancate nel punto in cui arriverei nel caso in cui finissi in mare a prua e scaletta a poppa sganciata per poter risalire.
E ora le vacanze
Le difficoltà che incontriamo: il problema maggiore che abbiamo in Italia, tranne rarissimi casi, è trovare un porto che ci ospiti al transito, un cantiere che ci faccia varo/alaggio (nel week-end è praticamente impossibile) e che ci tenga il carrello. In alcuni porti sulle isole minori che abbiamo visitato, il nostro problema era la mancanza di bagni (addirittura in un porto di una isola Toscana – ultimamente molto famosa – ci è stato detto di prendere in affitto una camera d’albergo così avevamo tutto; una camera d’albergo!!!!!)
Più volte siamo stati mandati via perché non ci volevano; secondo me perché guadagnano poco con un 6,50mt. In un porto nel Ponente Ligure ci è stato detto che accettavano barche al transito solo se superiori ai 25 mt!!!! Scacciati da lì siamo andati fino a Nizza prima che qualcuno ci volesse.
Ultima novità di agosto è la sostituzione del carrello stradale con uno che ci permetta di fare varo/alaggio con scivolo. Per ora abbiamo i rulli ma in autunno costruirò un invaso. In Italia sarà praticamente impossibile ma vi faremo sapere.
2014 – A marzo varo Gorda a Marina di Salivoli. Dopo un piccolo rodaggio di una settimana primaverile passata tra Capraia e il giro dell’isola d’Elba, a luglio siamo partiti da Piombino (Marina di Salivoli) per fare il giro della Corsica. 18 giorni e 350mg.
Essendo la prima esperienza abbiamo optato per un approccio light, uno giorno in rada e uno in porto. Abbiamo preso bonacce equatoriali ma anche i fatidici 30/35 nodi (di scirocco!!!) per entrare a Bonifacio. In quelle condizioni siamo riusciti a mangiare, i ragazzi a giocare con barca sbandatissima. TWS segnava 35 kn (Meteo France a Capo Pertusato registrava 40 Kn) con barca sbandata. Fuori, quel giorno, c’eravamo noi, un 60 piedi Inglese (che è venuto a vedere se avevamo bisogno d’aiuto) e una magnifico trimarano oceanico.
Dopo 10 giorni in costa Azzurra a fine agosto Visto la poca neve a dicembre abbiamo fatto le vacanze natalizie in barca con base al porto di Chiavari.
2015 – Una settimana da solo con i 2 figli e un nipote (Triatleta che non sapeva nulla di vela) per navigare, partendo da Marina di Grosseto, intorno al Giglio e Argentario. Abbiamo testato la barca nelle sue nuove modifiche.
Luglio: Croazia… mare amico
Per l’occasione mi sono regalato il Drifter. Ero molto scettico per questa destinazione; il poco vento che mi indicavano come statistiche le Pilot Chart del mese di luglio mi spaventava. 2 giorni prima della partenza a cena dico a mia moglie “e se andassimo in Sardegna? Mettiamo la barca in acqua a Marina di Grosseto poi Giglio e Sardegna fino a sud di Oristano o magari tutto il giro…” Niente, ormai è stato deciso … Croazia
Ho dovuto ricredermi. Posti fantastici, mare “amico”, mai onda, vento termico che sia alza alle 12,00 che ha oscillato dai 7 ai 15 nodi tutti i giorni (in totale abbiamo fatto 15 ore di motore compreso le entrare/uscite dai porti). Previsioni meteo molto precise, sia da meteo Croazia (da dove è possibile scaricare le carte meteo) sia dalle Grib scaricate tramite zyGrib. Niente sorprese come l’anno precedente in Corsica. In ogni rada abbiamo trovato boe e nei porti siamo stati accolti benissimo, tutti gentili e disponibili. In Croazia… altro mondo.
Itinerario: abbiamo messo in acqua la barca all’ACI Marina di Opatija (vicino a Fiume). Da lì siamo scesi fino alle Incoronate cercando di fare in discesa il “lato Adriatico” e risalendo l’interno. Abbiamo dormito in baie spettacolari da soli, miglia e miglia sotto spi con brezza termica sui 10/12 nodi. 2/3 giorni in rada e poi porto (con acqua talmente pulita che si poteva fare il bagno).
Alle Incoronate ho fatto fare ai ragazzi la prima esperienza di navigazione “notturna” arrivando al porto ACI di Piskera alle 22,00; i ragazzi erano gasatissimi. Luce rossa interna, pile frontali… si sono sentiti navigatori oceanici. Ormeggiati siamo andati al ristorante spendendo 40 euro in 4!! In fondo la nostra idea è di far amare il mare a loro.
Alle Incoronate, causa il caldo di quest’estate, abbiamo deciso di accorciare la vacanza e di iniziare la risalita passando a visitare Zara.
Alla fine 16 giorni e 390 mg. 150 euro per varo/alaggio (tariffa standard nei cantieri al mare), porti allineati all’Italia (circa 30 euro) ma con standard qualitativi perfetti. Quando entravamo nelle ACI marine ci sembrava di entrare in una SPA.
A fine agosto andremo a Hyeres a cercare un po’ di ventone, per giocare. Per una vacanza del genere sicuramente si deve avere un forte spirito di adattamento, un feeling famigliare “intenso”, anche se le discussioni non mancano di certo, ma l’avventura, le sensazioni che una barca piccola ti dà sono impagabili. E poi ogni anno mari nuovi … con la tua barca.